Gli amanti del giardinaggio e della natura quando sono alla ricerca di fiori, dalle caratteristiche uniche da potere piantare nel proprio giardino, spesso scelgono le Iridacee, dei fiori che appartengono alla famiglia dei giaggioli e gladioli. Questi ultimi, in particolare, sono dei fiori molto belli, colorati e profumati ma anche facili da coltivare. 

Il gladiolo è un bulbo che produce molti fiori e si presta bene per la coltivazione in vaso e in giardino, nelle aiuole fiorite. Originari dell’Africa e dell’Eurasia, si possono coltivare anche con il nostro clima. Scopriamo insieme quali sono le principali caratteristiche di questi fiori e quando fare la semina.

Cosa sono le Iridacee?

Le Iridacee sono una famiglia di piante perenni che appartiene all’ordine delle Liliales, con circa 1800 specie diverse. Queste piante sono originarie delle regioni temperate come Africa Meridionale, America centrale e anche Italia. Possono dare vita a una serie di infiorescenze diverse ma le più belle sono quelle di gladioli e giaggioli, ben conosciuti in Italia e che solitamente chiamiamo Iris. 

Per avere dei fiori di gladioli tutta l’estate si possono piantare i bulbi in successione, così da avere delle fioriture scalari. I bulbi possono essere piantati in primavera, mettendo a dimora qualche bulbo di gladiolo ogni due settimane. Così facendo avrai sempre nuovi gladioli in fiore.

Il periodo migliore, secondo gli esperti, sembra essere fino a metà estate nel meridione, dove le temperature sono ancora miti. Scegli gladioli di varietà diverse. Se vuoi avere un’aiuola fiorita o un vaso di bulbi variegato puoi mettere a dimora il gladiolo con la dalia o le zinnie oppure con altri bulbi a fioritura estiva. Il fiore del gladiolo può essere bello anche da coltivare intorno all’orto o in giardino.

Coltivazione: consigli degli esperti

Quando si decide di coltivare il gladiolo è bene seguire una serie di accorgimenti. Gli esperti consigliano:

  • di avere un terreno ben drenato e sabbioso;
  • di piantare il gladiolo in posizione soleggiata.

Le foglie dei gladioli sono molto alte, quindi, un fattore da considerare se si vuole coltivare insieme ad altri bulbi. Evita le esposizioni al vento, che rappresenta il peggiore nemico dei gladioli. Per la concimazione, puoi aggiungere al terreno, anche in fase di messa a dimora, un concime granulare con di elementi 5-10-10 o 5-10-5. Gli esperti  consigliano del guano. Se, invece, sei solito utilizzare un concime liquido, dovrai somministrarlo più volte nell’arco della coltivazione, a partire da due settimane dopo la messa a dimora.

Se possiedi un gladiolo con le foglie gialle la prima causa potrebbe essere legata a una carenza o un eccesso di acqua. Assicurati di concimare il terreno opportunamente e che non sia troppo zuppo d’acqua. Ci sono delle malattie virali o fungine che possono provocare l’ingiallimento delle foglie. Il virus del mosaico oppure altre malattie potrebbero esserne responsabili. Se hai verificato quanto suggerito, potrebbe essere necessario dovere rimuovere le piante malate e sostituirle con delle nuove.

Gladioli: coltivazione e fioritura

Tra le Iridacce, i gladioli sembrano essere la specie maggiormente diffusa. Il momento migliore per interrare i bulbi in vaso oppure nel terreno va da metà aprile a metà maggio, a circa 10/12 cm di profondità. Per i gladioli la fioritura avviene dopo circa 10-12 settimane, nel corso e dopo le quali le cure richieste sono molto semplici.

È bene assicurarsi che siano ben esposte al sole, che il terreno sia abbastanza drenante, ben concimato e privo di erbacce e radici. Si sconsiglia la coltivazione in serra perché potrebbe indebolire gli steli.

Per quanto riguarda l’irrigazione, verifica che il terreno sia sempre umido ma non zuppo. Quando le piante raggiungono la maturità non avere premura di eliminare le foglie perché rappresentano un importante fonte di nutrimento per i gladioli, fiori inclusi.

Giaggiolo: fioritura e coltivazione

Il giaggiolo è, invece, quello che comunemente siamo soliti chiamare “iris”. Le specie più conosciute in Italia sono il famoso giglio di Firenze e il giaggiolo di Sant’Antonio. La coltivazione è molto diffusa sulle colline toscane ed è spesso utilizzato in ambito cosmetico. Nonostante ciò non sembra essere difficile da coltivare in casa.

Basta scegliere un terreno che sia ben esposto al sole, libero da sassi, radici ed erbacce, drenante e ben concimato. I bulbi vanno interrati a metà o fine maggio oppure a inizio settembre, a circa 20 cm di profondità, in posizione obliqua. I giaggioli devono essere annaffiati quel po’ che basta per mantenere la terra umida, senza mai creare ristagni dannosi per la proliferazioni di funghi e batteri.

 

Gladioli e giaggioli: caratteristiche e semina di questi fiori